Veloce e semplice, così è il procedimento per realizzare lo yogurt in casa senza l’ausilio della yogurtiera. Basta prestare attenzione ad alcuni semplici accorgimenti
Fare lo yogurt è semplice, così semplice da essere diventato l’emblema del movimento ecologista della Decrescita felice. Del resto, una volta appreso come fare diventa difficile tornare indietro e acquistarlo già pronto.
Il vantaggio di produrre da soli parte degli alimenti che servono per completare la nostra dieta è evidente: è facile controllare la qualità delle materie prime e la quantità di zuccheri assunti, inoltre, e non meno importante, si riduce notevolmente il consumo di plastica pro capite. Un vantaggio per tutti, insomma.
Non serve acquistare la più performante yogurtiera venduta online per ottenere un buon risultato, basta solo seguire con attenzione il procedimento adattandolo alle esigenze della propria famiglia. In poco tempo è possibile produrre tutto lo yogurt che serve per rispondere alle proprie necessità. Inoltre, dallo yogurt prodotto sarà possibile ottenerne di nuovo sfruttando la capacità delle colonie di batteri di moltiplicarsi.
Come fare lo yogurt in casa
Lo yogurt è il prodotto dell’azione di alcuni ceppi di batteri sul latte. Si può ottenere a partire da uno starter, cioè dalle colonie di batteri liofilizzate e usate proprio per preparare lo yogurt, oppure si può realizzare usando uno yogurt già pronto.
Per un certo tempo, sarà possibile ricreare nuovo yogurt a partire da quello preparato in casa, poi la vitalità della colonia batteria potrebbe attenuarsi e richiedere un’integrazione di nuovi fermenti lattici.
I batteri attivi in grado di scindere le molecole del latte assimilando quelle di lattosio, sono il Lactobacillus bulgaricus e lo Streptococcus thermophilus. La loro azione è tale da addensare leggermente il latte e renderlo acidulo in seguito alle trasformazioni chimiche che attuano dentro il latte. Il processo di trasformazione che porta il lattosio a diventare acido lattico contribuisce a rendere leggermente acidulo il sapore del prodotto finale.
Per assicurare la giusta mobilità ai batteri e l’ambiente ideale per la loro proliferazione è importante far sì che il latte sia alla temperatura adatta. Quindi è consigliabile, anche se non indispensabile, dotarsi di un termometro per alimenti e così controllare l’andamento della fermentazione.
Per ottenere un buon risultato, spesso si consiglia di far bollire il latte per poi lasciarlo raffreddare. Dopo aver colato il latte, è possibile usarlo per preparare lo yogurt.
Si può scegliere di partire da uno starter, se ne trovano di diverso tipo in farmacia o in una buona erboristeria, oppure si parte da uno yogurt già pronto. Si rivela molto efficace quello greco, che ha il pregio di essere colato, quindi più compatto e ricco di fermenti.
Quindi si procede sciogliendo tre cucchiai di yogurt, o la quantità indicata nella confezione dello starter, in un bicchiere di latte. Dopo aver ottenuto un prodotto omogeneo è possibile aggiungere il resto del latte in un contenitore. Il vetro in questo caso si rivela un buon alleato per la preparazione dello yogurt. Essendo liscio e non poroso come la plastica è meno probabile che si depositino impurità che potrebbero compromettere il risultato di tutto il procedimento.
Non serve mescolare, sarà la stessa azione dei batteri disciolti nel primo bicchiere di latte a produrre la reazione chimica che attiva la fermentazione fino a colonizzare tutto il resto del latte.
La temperatura ideale per favorire la crescita della colonia di batteri è compresa tra 35 e 37 gradi. Monitorare questa temperatura può rivelarsi utile perché evita di superarla e quindi di alterare la fermentazione. Un semplice termometro per liquidi o a raggi infrarossi è sufficiente per assicurarsi di stare rispettando i requisiti necessari.
Come favorire la corretta fermentazione
Per mantenere durante tutto il periodo di fermentazione la temperatura adeguata, si può mettere il contenitore dentro il forno, preriscaldato a questa temperatura. Basta accendere la lampadina oppure preriscaldare a 30°, per farlo è sufficiente accendere il forno per un minuto. Quindi si potrà avvolgere il contenitore dello yogurt con un panno, magari di lana, per evitare che la sua temperatura si disperda.
Dopo circa 10 o 12 ore, il processo è completato ed è possibile refrigerare lo yogurt per compattarlo ulteriormente. Si può anche colare lo yogurt così ottenuto servendosi di un colino a maglie fitte insieme a un panno di lino o una garza per privarlo del siero che è il risultato della separazione tra le sostanze che lo compongono.
Lo yogurt che si ottiene in casa non può essere un prodotto stabile e bilanciato sotto il profilo batteriologico, così com’è un prodotto industriale. Il prezzo della genuinità è un minor tempo di conservazione. Quindi è bene assicurarsi di consumare tutto lo yogurt entro cinque giorni. Visti i tempi lunghi di preparazione, si può usare una parte dello yogurt appena prodotto per farne altro così da sfruttare i batteri nel pieno della loro vitalità per ottenere subito il sostituto di quello appena fatto.
La ricetta vegan
Lo yogurt non si ottiene solo dalla fermentazione del lattosio. È possibile ottenere dei buoni risultati anche a partire da colonie di batteri in grado di processare gli zuccheri naturalmente presenti nelle bevande vegetali. Per esempio, è possibile usare uno yogurt di soia come starter per ottenerne di nuovo processando un litro di latte di soia o altra bevanda vegetale.
Considerando che il latte vegetale è una ricetta da fare in casa con pochi e semplici strumenti, anche in questo caso il risultato è un prodotto che fa bene alla salute e all’ambiente.
Si può usare come starter i fermenti lattici per vegani, oppure un altro yogurt pronto ottenuto dalla stessa materia prima, quindi soia se se ne usa il latte, o avena, riso, eccetera. Lavorando con attenzione senza superare i 40° tanto del latte come dei fermenti o dello yogurt di partenza, sarà possibile attivare la fermentazione con successo.
Tanto per lo yogurt di origine animale come quello vegetale, la dolcificazione o l’eventuale aggiunta di aromi come purea e pezzi di frutta, va fatta alla fine del processo. Prima di mettere in frigo per completare l’addensamento è possibile aggiungere gli altri ingredienti per personalizzare il risultato a proprio gusto.