I 10 cibi italiani che piacciono di più al di fuori dei nostri confini

Ultimo aggiornamento: 27.04.24

 

La tradizione enogastronomica italiana ha una storia antica e un futuro florido. Perché? Siamo tra i Paesi con maggiore diversificazione delle esportazioni in ambito agroalimentare

 

Con un valore stimato di 41 miliardi di euro l’anno, le esportazioni di prodotti della filiera agroalimentare italiana rappresentano una certezza su cui poter contare. Caratterizzata da specificità geografiche e climatiche per via della sua forma allungata e nel cuore del Mediterraneo, l’Italia ha per sua natura la migliore predisposizione a realizzare una gran varietà di prodotti gastronomici.

Non solo le primizie della t erra, anche i trasformati o i semilavorati rappresentano una componente unica e in grado di differenziare la tipologia di consumo sul nostro territorio o destinata all’esportazione.

 

Pasta e pane

In cima alla lista dei prodotti alimentari che identificano la tradizione italiana ci sono quelli derivati dalla trasformazione delle farine. In un territorio a forte valenza agricola, la coltivazione del grano era stata soppiantata da colture più redditizie e resistenti. Oggi, complice una maggiore consapevolezza dei consumatori, si riaffacciano sul mercato, e quindi anche nella GDO e i prodotti destinati all’esportazione, la coltivazione di grani antichi e specificità territoriali.

Questa rinnovata consapevolezza unita alla maestria dei processi produttivi di pane e pasta, sono apprezzati anche all’estero dove le esportazioni riscuotono grande successo. Anche se all’estero risultano più graditi determinati formati e non tutte le specificità regionali, prodotti tipici come la pasta ripiena riscuotono un successo innegabile. Le ricette a base d’uovo sono da sempre una peculiarità che distingue la qualità dell’alimentazione locale.

Vino

Una specialità regionale influenzata direttamente dalle condizioni geografiche della zona di coltivazione, ma anche quelle climatiche dell’annata. Una bottiglia di buon vino è sempre una sorpresa e mai uguale a quella dell’anno precedente.

Anche se subisce l’effetto della concorrenza francese o delle emergenti regioni delle Americhe dedicate alla coltivazione di vitigni di alta qualità, il vino italiano riscuote un innegabile successo tra gli estimatori.

Cambiano anche i metodi di coltivazione e la quantità di prodotto spesso è limitata. Questo dettaglio è visto con particolare favore dai collezionisti infatti poche bottiglie di un ottimo vino in base all’annata possono rappresentare un grosso valore economico.

 

Formaggi

I derivati dalla trasformazione del latte, non solo quello vaccino, rappresentano una grossa fonte di introito per i produttori lattiero-caseari. Parmigiano in testa, tutelato dal consorzio, ma anche mozzarella di bufala a marchio DOP, pecorino, gorgonzola, sono solo alcuni tra i più apprezzati in USA o in Francia. Stagionato, fresco, spalmabile… la varietà di formaggi locali è tale da solleticare persino i mercati orientali in cui prodotti caseari sono poco noti e via via sempre più apprezzati.

 

Salumi e insaccati

All’estero c’è chi sceglie per sé la migliore affettatrice da impiegare per affettare a regola d’arte i prosciutti, i salami e gli insaccati in generale che compongono la nostra ricca gastronomia regionale. Il Crudo di Parma, la mortadella, i salami regionali sono solo alcune delle specialità che vengono destinati ogni anno all’esportazione.

 

Tartufo

Malgrado la sua scarsa disponibilità, legata solo a determinate regioni di raccolta e per un determinato periodo dell’anno, il tartufo rappresenta una delle eccellenze più apprezzate all’estero. Che si tratti di lavorati a partire da questo prezioso ingrediente, come l’olio aromatizzato per esempio, i più attenti non possono certo restare indifferenti di fronte a questa specialità unica nel suo genere.

Caffè

Pur non essendo prodotto in Italia, quello che conquista l’attenzione del pubblico all’estero è il nostro modo di gustare la tazzina di espresso. Marchi di riferimento in Italia, da Lavazza a Illy passando per gli altri distributori che lavorano le miscele ad arte, hanno saputo esportare fuori dai confini nazionali il gusto per la tazzina di caffè.

 

Gelato

Pur non rientrando di diritto tra i prodotti che con maggiore frequenza vengono esportati all’estero, la ricetta italiana rappresenta un’eccellenza che sanno apprezzare anche oltreconfine. Bilanciata, meno grassa rispetto alle altre versioni realizzate fuori dall’Italia, la ricetta del gelato italiano è apprezzata fuori dal nostro Paese con grande entusiasmo. Più del prodotto in sé, spesso è lo stesso artigiano a riscuotere successo avviando all’estero la propria attività commerciale.

 

Salse

Non solo quella di pomodoro, anche il pesto genovese o la calabrese ‘nduja conquistano il pubblico d’oltralpe e del resto del mondo. I prodotti lavorati e confezionati dalle ditte più note nel nostro Paese hanno una quota importante di compravendita destinata all’estero.

Anche i produttori locali riescono oggi a esportare le proprie conserve con maggiore facilità che un tempo. Complice la globalizzazione e un più facile accesso alle informazioni tipiche del territorio locale, oggi piccoli produttori che trasformano e conservano la materia prima di tipo agroalimentare sono più attivi che in passato.

 

Carne e pesce fresco

La fiorentina rappresenta l’esempio più tipico del taglio di carne apprezzato anche al di fuori degli stretti confini territoriali. Ma ci sono specialità tipiche e determinati tagli che sono oggetto di esportazione anche al di fuori della nazione.

La posizione privilegiata all’interno del mediterraneo consente di avere anche prodotto ittico di pregevole qualità. Tra le specialità più rinomate e note all’estero c’è la bottarga, uova di tonno essiccate e conservate sotto sale. Una prelibatezza che sanno apprezzare i più attenti gourmand di tutto il mondo.

Prodotti ortofrutticoli non lavorati

Verso la Germania o le regioni del nord Europa viaggiano i prodotti ortofrutticoli non lavorati. In quantità ridotte e destinati a rifornire mercati più piccoli rispetto a quelli della grande distribuzione organizzata, riescono a competere con i rivali spagnoli. La ragione è da ricercare nel sapore unico e intenso delle primizie coltivate a terra, con la giusta esposizione e lasciati maturare sulla pianta.

Le caratteristiche orografiche del nostro territorio rendono impossibile la coltivazione in regime intensivo così come avviene in altri territori, la Spagna ne è un esempio tipico. Il risultato è visibile, produzioni inferiori, ma anche minori interventi di industrializzazione delle coltivazioni. Il sapore ha un netto vantaggio da queste condizioni di coltivazione.

 

 

 

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